Crea Sanità, servono scelte politiche scomode per il Ssn
Si allarga forbice con altri Paesi Ue, necessari 25mila medici
"Una trasformazione" del servizio sanitario nazionale "è necessaria e non solo opportuna, ma è condizionata dalla necessità di fare scelte politiche scomode". È la conclusione a cui arriva l'annuale rapporto realizzato dal Centro per la ricerca economica applicata in sanità (C.r.e.a.). Il rapporto dal titolo 'Manutenzione o Trasformazione: l'intervento pubblico in Sanità al bivio', è giunto alla sua ventesima edizione e analizza alcuni dei principali indicatori relativi al sistema sanitario. Conferma "un continuo allontanamento dai livelli medi internazionali" della spesa sanitaria: quella pubblica "è sotto la media del 44,1%" rispetto ai Paesi Ue (pre-1995) con un gap in crescita di 11,4 punti negli ultimi 10 anni. Quella privata è inferiore dell'8,7%, in riduzione di 12 punti percentuali rispetto al 2013. Critico resta il tema della carenza di personale: se il numero medio di medici (4,1 per 1.000 abitanti) è uguale a quello della media dei principali Paesi europei, le cose cambiano se si guarda al numero di medici in rapporto alla popolazione anziana: l'Italia ha 34,3 medici attivi ogni 1.000 abitanti con più di 75 anni, rispetto a una media di 37,8. "Tali valori si traducono in un gap per l'Italia pari a 24.797 medici che andrebbero integrati nel sistema per risultare in linea con il valore di riferimento", afferma il rapporto. Discorso analogo vale per gli infermieri. Cruciale il tema delle risorse. "Per far fronte alle carenze di personale, servirebbero almeno 30 miliardi di euro, e, per allineare oltre l'organico le retribuzioni dei professionisti agli standard degli altri Paesi, sarebbe necessario raddoppiare l'onere complessivo", scrive il centro di ricerca. A ciò si aggiungono quelle necessarie a far fronte alla spesa privata dei cittadini: circa 42 miliardi. "A fronte di risorse aggiuntive limitate se non nulle, di possibili recuperi di inefficienze importanti ma non risolutivi, si rende necessario fare scelte politiche scomode, ovvero scelte che riguardano una razionalizzazione delle promesse di tutela pubblica", si legge nel rapporto, secondo cui, per "riallineare le promesse alle risorse disponibili", "l'intervento pubblico deve allargare i suoi confini, rinunciando ad arroccarsi sull'idea di una posizione egemonica del servizio pubblico, occupandosi della governance di tutto il sistema sanitario, compresa la (rilevante) quota di servizi sanitari oggi classificati come sanità privata".
P.Avalos--ESF