La chitarra del futuro, una mostra su Antonio 'Wandrè' Pioli
Fu inventore di alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali
Il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna dedica una mostra alla figura di Antonio "Wandrè" Pioli (Cavriago, 1926-2004), fondatore negli anni Cinquanta della prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia e inventore di alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia mondiale di questo strumento, vere e proprie opere d'arte pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo. Il progetto espositivo 'Wandrè La chitarra del futuro', visibile nella Sala Mostre del museo dall'11 maggio all'8 settembre con ingresso gratuito, è a cura di Marco Ballestri con la collaborazione di Oderso Rubini e del collettivo I Partigiani di Wandrè (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi), che tiene viva la memoria della sua avventura artistica e umana. La mostra si inserisce nelle iniziative organizzate per celebrare il ventesimo anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica nella sede di Palazzo Sanguinetti. Wandrè è un marchio italiano noto per la sua eccentricità e sperimentalità, all'avanguardia negli anni '60, grazie al genio di Antonio Pioli, conosciuto come Wandrè: artista, imprenditore, partigiano, artigiano e soprattutto uno dei liutai più innovativi del secolo scorso. Le sue chitarre, definite "sculture sonore", viaggiano per il mondo come creature uniche, distanti dai modelli convenzionali dell'epoca, portando con sé una visione unica. Poco noto in Italia, Wandrè è ben conosciuto all'estero, dove le sue "sculture fruibili per musica" sono ricercate e pagate a peso d'oro e sono fonte di ispirazione per famosi liutai e musicisti. La mostra presenta oltre 50 pezzi tra chitarre, bassi e contrabbassi, ognuna con la sua storia e con la sua personalità unica: pezzi iconici e irripetibili per forma, colore, tecnica e materiali utilizzati. Il percorso, contestualizzato con altre opere dell'artista realizzate dal 1970 alla fine degli anni '90, esprime molto bene il carattere di Wandrè: pop e al contempo psichedelico, dieci anni prima della psichedelia.
O.L.Jiminez--ESF