Cento Occhi, BigMama si racconta tra rap e body positivity
In libreria l'autobiografia di una delle voci della Gen Z
BIGMAMA, CENTO OCCHI (RIZZOLI, PP. 168, EURO 17). Rapper e cantautrice, BigMama, ovvero Marianna Mammone, fra le voci della Gen Z e icona della body positivity, si confessa nel memoir Cento Occhi, uscito per Rizzoli, nella collana Nuove voci. Il titolo è un riferimento ai "cento occhi che mi hanno fatto male per tutta la vita, i cento occhi che mi guardavano e mi giudicavano", spiega l'artista 24enne nel libro. "Sono riuscita a chiuderli tutti - continua - costringendoli a guardare solo attraverso i miei occhi". Sofferenza e rivincita, i temi chiave dell'autobiografia: "Sono cresciuta nella convinzione di non poter fare nulla da grande, che non sarei mai arrivata dove volevo. Per una persona come me sognare era inutile. Tanto non ce l'avrei fatta, ero solo una bambina grassa. Invece io sono molto di più, e adesso ne sono finalmente consapevole", scrive. Si è appassionata al rap dopo aver assistito a un concerto di Salmo, nel 2013: "Fu uno show incredibile, un'iniziazione. Quando tornai a casa non ero più la stessa, come Cenerentola da sfigata a illuminata è stato un attimo", ricorda. La giovane Marianna intuì che quel genere musicale poteva aprirle nuove strade: "A differenza del pop, in cui si parlava di amore, con il rap potevi lamentarti, arrabbiarti, ribellarti, denunciare". "Ho capito così - prosegue BigMama - di poter parlare del mio disagio all'interno delle canzoni". Descrive la gioia provata sul palco dell'Ariston, la felicità di essere tra i big in gara a Sanremo, con il brano La rabbia non ti basta. Il festival un sogno diventato realtà: "Fu un momento magico in cui riuscii a esprimere tutta la mia grinta, a coinvolgere il pubblico. La me bambina mi stava guardando e io dovevo essere forte per lei: guarda dove sono, credici, anche se gli altri dicono che non puoi farcela perché sei grassa, perché sei una donna, perché vieni da una realtà piccola e da una famiglia non benestante, perché sei queer". BigMama è diventata un modello per tanti: "Ogni giorno mi arrivano video di bambine e bambini che cantano la mia canzone, significa che il messaggio è arrivato e per me questa è la cosa più importante. Quei bambini e bambine avranno non solo una canzone in cui rifugiarsi quando si sentiranno smarriti, ma l'esempio di una persona reietta che ce l'ha fatta e potranno così credere di potercela fare anche loro. Ci si può sentire sbagliati fin da piccoli e riuscire comunque a raggiungere qualcosa di grande". Nel capitolo conclusivo del volume un messaggio: "Voglio usare la mia storia per dirvi che nessuno è sfortunato, solo che a volte non ci valutiamo abbastanza. Quello che sono ora lo devo anche al passato turbolento che mi ha dato la spinta per andarmi a prendere quello che mi spetta", conclude BigMama.
A.Pérez--ESF