El Siglo Futuro - L'istinto secondo Prada, dalla cultura alla passione

Madrid -
L'istinto secondo Prada, dalla cultura alla passione
L'istinto secondo Prada, dalla cultura alla passione

L'istinto secondo Prada, dalla cultura alla passione

Montoni e stivali texani, amuleti e fiori per liberare l'umanità

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In un mondo dominato da digitale e intelligenza artificiale, cosa c'è di più primordiale dell'istinto? Parte da questa premesse la collezione Prada per il prossimo inverno per esplorare l'umanità nei suoi aspetti più immediati e selvaggi, riecheggiati nel vestirsi di pelli, come i montoni portati a nudo sul corpo o apparentemente buttati sui cappotti. "In questa collezione abbiamo deciso di fare ciò che ci sembrava giusto, partendo dal concetto di salvare l'istinto e rimanere attaccati alla nostra umanità, che abbiamo applicato - racconta Miuccia Prada nel backstage dopo lo show, parlando del lavoro fatto con Raf Simons - anche nel mondo di lavorare: ci piace questo cercare di liberare la spontaneità". Istinto non vuol dire assenza di pensiero, tutt'altro: "dicono che le donne ragionano d'istinto, ma ho sempre pensato che l'istinto - riflette ancora Miuccia Prada - è come il tuo computer interno, è la risposta più perfetta che puoi dare, che tiene insieme logica e cultura: istinto non è fare a caso, è la risposta di ciò che sei, che hai visto, letto, studiato e vissuto". L'istinto diventa quindi il filtro per arrivare all'essenza, necessario anche per "stimolare il buono, per mantenere idee e passioni". Il romanticismo, dunque, inteso non in senso svenevole, ma anzi "come qualcosa di emotivo e immediato, la creatività senza troppe riflessioni, come qualcosa di profondamente umano". Come è umano vestirsi, creando incontri tra idee che, come sempre in casa Prada, vengono abbinate - aggiunge Raf Simons - "in modo insolito e nuovo". Vedi il gilet di montone portato sotto alla camicia, il pantalone sartoriale messo con gli stivali texani, il cappotto di tweed con il collo di pelliccia tagliato a vivo, come se venisse da ricordi di un passato lontano, messo insieme al pigiama di popeline candido, il pull a mezze maniche di una taglia più piccolo e la camicia a scacchi da tovaglia, la T-shirt stampata a fiorellini e l'abito sartoriale impeccabile, la giacca portata sul petto nudo ma con un fiore di tessuto sul rever, il bomber di nylon con la pelliccia e la maglieria con amuleti metallici. E poi i patchwork di pelle di giacche e pantaloni e i fiorellini degli stivali da duro, la vestaglia-cappotto e i pantaloni di raso sportivo, in un'esplorazione di contrasti che prosegue con il set della sfilata, dove una struttura di tubi Innocenti si contrappone a un morbido tappeto a fantasia, creando piccoli salotti intimi e accoglienti nell'enorme spazio industriale della Fondazione.

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S.Elizondo--ESF