Lera Auerbach incanta il Carlo Felice di Genova
il 27 gennaio nel ruolo di pianista e direttrice d'orchestra
Carlo Felice stracolmo ieri sera per un concerto d'eccezione proposto nell'ambito della stagione della Giovine Orchestra Genovese. Protagonista la Stuttgart Philharmonic Orchestra con Lera Auerbach nel doppio ruolo di direttrice e pianista. Auerbach è un'artista particolarmente versatile: non è solo direttrice e pianista, è anche compositrice, poetessa e visual artist. "Per me - ha spiegato - tutte le arti sono profondamente connesse: che si tratti di musica, poesia o arte visiva, tutte mi permettono di esplorare le stesse questioni essenziali in modi diversi. Il programma di Genova riflette questa idea di esplorare i contrasti. L'Ouverture del Don Giovanni di Mozart prepara il terreno con i suoi drammatici cambiamenti tra luce e oscurità. Il suo Concerto per pianoforte in re minore, K. 466, è ugualmente pieno di tensione e bellezza, un'opera che sembra senza tempo. La Sinfonia n. 6 di Čajkovskij, Patetica, è un viaggio profondamente emozionante, una delle dichiarazioni più profonde sulla vita e la mortalità in tutta la musica. Insieme, questi brani formano una narrazione sulle complessità dello spirito umano". Una visione unitaria, insomma, e non a caso la Auerbach dopo l'Ouverture dal "Don Giovanni" (attaccata con una particolare lentezza in un accumulo di tensione emotiva) ha lasciato la bacchetta sospesa per attaccare subito il Concerto K 466 passando da una partitura all'altra senza soluzione di continuità, in un'unica concezione interpretativa. Musicista di solide basi, l'artista ha diretto Mozart con eleganza, impeto, con una gestualità attenta e un totale controllo dello strumentale, ineccepibile, del resto, in ogni sezione. Nel Concerto, al pianoforte, la Auerbach ha evidenziato una fluidità di fraseggio, una ricchezza di colori davvero ammirevole. "Dirigere - ha detto - significa dare forma all'energia, collaborare e guidare gli altri; mentre comporre richiede solitudine; esibirsi richiede vulnerabilità. Tutte hanno le loro sfide, ma ognuna è essenziale per ciò che faccio". Dopo due bis pianistici (Rachmaninov e Scarlatti risolti con brillantezza), la Sinfonia n.6 "Patetica" di Caikovskij ha evidenziato la duttilità della Auerbch che ha affrontato la complessa e splendida partitura con energia e vigore, sottolineando la cantabilità dei temi del compositore russo e nello stesso tempo dando ampio sfogo agli scatti più incisivi e drammatici.
R.Abreu--ESF